Principi di Variazione delle Sounding Canvas

Dialoghi Modulari

Nella pagina tecnica del nostro progetto Sounding Canvas abbiamo gia' parlato delle caratteristiche principali delle nostre opere d'arte. Nella homepage di questo nostro sito invece, abbiamo accennato al "Ciclo Sounding Canvas" e l'abbiamo paragonato ad un "Viaggio di Variazione". In questa pagina cerchiamo di esplicitare piu' chiaramente cosa intendiamo per Variazione e perche' abbiamo scelto questo principio estetico come elemento cardine della nostra produzione artistica attuale.

Ciascuna Sounding Canvas e' in grado di instaurare un "Dialogo" con il fruitore, si tratta di una comunicazione di secondo livello perche' non avviene attraverso il linguaggio ma ad un livello emozionale dove le interazioni si basano sul tocco e sul suono. Ma ciascuna Sounding Canvas e' anche in grado di "comunicare" a distanza con altre Sounding Canvas ed in questo caso opera da "Mediatore" tra due fruitori. Questa capacita' di comunicazione remota aggiunge un grado di complessita' ulteriore al "Sistema" che a questo punto sara' formato da fruitori e Sounding Canvas, in comunicazione fra loro. Il concetto di Variazione ci permette di rendere "Coerente" questo sistema che altrimenti sarebbe caotico ed incontrollato.

Le Variazioni

Abbiamo deciso di accoppiare le opere mediante criteri formali ed estetici, pertanto la comunicazione a distanza si instaura tra due opere che formano una "coppia". La nostra attuale produzione si puo' scindere cosi' in due serie (ciascuna serie dovra' essere esposta in un luogo geografico differente dall'altra), la prima serie e' formata da: "Script of the Unsaid", "Echo of Lines" e "Rhythmic Interference"; la seconda invece e' formata da "Calligraph of Absence", "Silent Score" e "Room Full of Chords". Per comodita' riportiamo qui di seguito l'immagine che le mostra tutte insieme.

The complete cycle of six Sounding Canvases

Per prima cosa si osservi che la prima serie (le tre opere di sopra), costituisce in se' una variazione di forma, infatti si passa da "Script of the Unsaid" di dimensioni 50 x 70 a "Rhythmic Interference" di dimensioni 100 x 70, passando per "Echo of Lines" di dimensioni 70 x 70. Chiaramente la dimensione orizzontale e' la parte geometrica "variata" mentre quella verticale rimane costante, questo produce una variazione di forma poiche' il primo rettangolo verticale si trasforma dapprima in un quadrato e successivemente in un rettangolo orizzontale.
La parte dipinta di "Echo of Lines" pero' rimane di dimensioni 50 x 70, e' la sua struttura che aumenta di dimensione, per noi la struttura ingrandita e rimasta bianca rappresenta l'aspetto musicale e "sensoriale". Infatti, "Echo of Lines" implementa un canale sensoriale in piu' (rispetto a "Script of the Unsaid") ed i suoi suoni sono significativamente diversi perche' contengono tessiture armoniche piu' "rotonde".
La seconda serie invece, (le tre opere in basso) non presenta variazioni geometriche (sono tutte di dimensioni 1m x 1m) ma presenta significative variazioni timbriche del suono. Si parte da suoni sintetici misti a reali di "Calligraph of Absence" fino ad arrivare ai suoni eterei ma timbricamente ricchi di "Room Full of Chords" questi ultimi di nuovo molto simili a quelli di "Script of the Unsaid", completando cosi' un ciclo di variazione anche sonora che attraversa le due serie.

Le Coppie

"Rhythmic Interference" ↔ "Calligraph of Absence"

La prima cosa da osservare e' l'espansione verticale (mentre la dimensione orizzontale rimane invariata). In "Calligraph of Absence" le forme sono "sfoltite", e giustapposte in modi che suggeriscono la verticalita', tutti i triangoli puntano verso l'alto e gli elementi centrali sembrano guidare la fruizione lungo la dimensione verticale. Il "nero" di "Rhythmic Interference" rimane e lo sfondo si fa piu' scuro ma il giallo si trasforma in un color crema chiarissimo, quasi bianco, a fare da contrappunto visivo alle altre forme.
Altri criteri di traslazione e rotazione denotano il procedimento di realizzazione formale di "Calligraph of Absence" come risultato di un processo di variazione ragionato che e' partito da "Rhythmic Interference". Anche i suoni seguono gli stessi criteri formali in cui le traslazioni geometriche trovano la loro "dualita'" nei cambiamenti di "altezza" dei suoni, mentre le "rotazioni" trovano la loro controparte nei contenuti armonici dove frequenze appartenenti ad una stessa tonica vengono "ribaltate" attorno alla loro fondamentale producendo cosi' una nuova ambientazione timbrica.

"Echo of Lines" ↔ "Silent Score"

Apparentemente non ci sono variazioni geometriche tuttavia i processi trasformativi di questa coppia di Sounding Canvas sono poderosi. "Silent Score" ha una centralita' reale acquisita mentre "Echo of Lines" non ce l'ha, e' ottenuta con la simmetria. "Echo of Lines" possiede quattro canali sensoriali in cui e' matematicamente impossibile stabilirne un centro, "Silent Score" invece ne ha cinque ed il suo centro e' ben visibile e marcato.
"Silent Score" e' l'esplosione armonica di "Echo of Lines" e le onde che emanano dal centro (quasi come fossero partiture) sono gli "echi" ed i riverberi di questa esplosione. La variazione che governa questa coppia e' piu' brutale, quasi distruttiva, eppure il suo risultato conduce ad un equilibrio sublimato, naturale, fisico, non piu' costruito artificialmente ma assunto autonomamente dall'organismo Sounding Canvas la cui anima centrale e' stata riconosciuta e liberata.
Come c'e' da aspettarsi, anche i suoni seguono gli stessi criteri formali ed estetici; in "Echo of Lines" la gamma di suoni varia tra "spettralmente poveri" a "spettralmente ricchi" e tra "monofonia" e "polifonia", le direzioni di queste variabilita' sono oblique e le traiettorie si incrociano al centro, ma e' un punto d'incontro virtuale, al centro non c'e' nulla, inoltre tutti i suoni sono "senza tempo", cioe' non presentano una "dinamica temporale". Il vuoto del centro e' quindi rappresnetato dalla mancanza di una dimensione sonora.
Silent Score e' il risultato di un "big bang" autoprodotto dall'attrazione centrale delle forme di "Echo of Lines", questa catastrofe cosmica produce come risultato la dinamica temporale oltre che quella frequenziale. I suoni di destra di "Silent Score" sono frammentati, quasi percussivi, come tante particelle elementari che nel loro muoversi microscopico producono una entita' fisica riconoscibile. Man mano che ci si avvicina verso il centro i suoni acquistano stabilita' temporale e polifonia. A sinistra succede la stessa magia ma nel dominio della frequenza, i suoni totalmente a sinistra sono eccessivamente ricchi timbricamente (quasi distorti) e monofonici; man mano che si progredisce verso il centro acquistano armonia e polifonia.
"Silent Score" e' un inno alla coerenza e, all'interno dell'intero ciclo di opere "Sounding Canvas", questa coppia fornisce l'impulso esplosivo alla trasformazione che fara' in modo che quando il "ciclo" si chiude con la terza ed ultima coppia, la traiettoria concettuale non sia un cerchio bidimensionale chiuso, ma una "Elica di Spirale" aperta ed in costante evoluzione.

"Script of the Unsaid" ↔ "Room Full of Chords"

Questa coppia di opere eredita i criteri precedenti e li porta tutti in seno. Per prima cosa si assiste ad una espansione totale di forma, "Room Full of Chords" e' sia piu' alta, sia piu' larga. L'accrescimento dimensionale della seconda coppia si rende manifesto adesso anche visivamente, "Room Full of Chords" assume tridimensionalita', sembra una stanza vista in prospettiva, un tempio sonoro in cui vi si puo' dimorare emozionalmente; si passa dal dialogare con il suono all'abitare il suono.
Le due opere hanno praticamente gli stessi colori ma i loro ruoli geometrici sono invertiti, tutte le forme chiuse si spezzano nei loro componenti elementari e questi, attraverso traslazioni e rotazioni, si orientano e si dispongono in modo da far emergere la terza dimensione, la prospettiva, l'apertura.
La componente sonora, va da se', adotta una simile prassi, i fasci monofonici e stridenti di "Script of the Unsaid" si sfibrano, danzano e si ricollocano in un tessuto polifonico architettonico che invita alla contemplazione e alla celebrazione della trasformazione.
Si completa cosi' un primo ciclo di variazioni che pero' non e' affatto chiuso, si slancia nell'altra dimensione alla ricerca di ulteriori infiniti possibili.

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